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Il lettore si stupisce leggendo della apparente normalità dei bambini che avevano conosciuti gli stenti e gli orrori della guerra. I loro giochi erano senza giocattoli come li conosciamo ora (Pesaro era allora priva di un negozio di giocattoli!). Ma costruivano pupazzi con ghiande, si sdraiavano in strada per sfidare il passaggio delle macchine ed accendevano piccoli fuochi con le foglie di autunno. Comandini lamenta la mancanza di quella “cassetta militare che conteneva i residui bellici” con cui giocava ma che era andata persa. Una cassetta di “tesori” come hanno tanti bambini!