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Seppure dotata di una alta «capacità di fulminazione», Urbino è «lenta da conquistare» e «non si può mai dire che si è finito di conoscerne l’anima». La sua luce antica parla comunque della propria bellezza a tutti gli ospiti, «a chi è preparato, a chi vi è stato disposto dalla nascita e al semplice passante in grado di sentire dentro il cuore la sottile vibrazione della sua parola» (Carlo Bo, Il vento del Montefeltro). Sono incontri non calcolati né prestabiliti, aperti e liberi, frutto della fusione - innesto e compenetrazione - tra gioia degli occhi e dell’intelligenza, senza spazi per trastullarvi turisti annoiati.